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Testi di Paolo Fabbri, Giulio Giorello, Massimo Leone, Patrizia Magli, Tiziana Migliore, Maite Méndez Baiges, Carla Subrizi, Angela Vettese, Chiara Casarin, Cinzia Bigliosi, Antonio Costa, Roberto Favaro, Raimonda Riccini, Davide Fornari, Laura Orsini Quando si dice ‘camouflage’ si pensa a soldati che, con facce imbrattate, tute mimetiche e movimenti furtivi, tentano di passare inosservati allo sguardo dei nemici per attaccarli di sorpresa. Si pensa all’astuzia di animali deboli che, per sfuggire ai predatori, riproducono sul corpo forme e colori dell’ambiente circostante. Ma anche a pericolosi felini e terribili rapaci che ricorrono all’invisibilità per essere ancora più temibili. Potente arma di difesa e offesa, il camouflage mette in gioco una vasta gamma di strategie interattive e di tattiche del visibile, che permettono a esseri umani e animali di celarsi, trasformarsi e – il più delle volte – sopravvivere. È l’arte il suo campo d’applicazione privilegiato. Ma non è l’unico. Nel cinema, le dissolvenze o l’effetto nebbia non sono altro che camuffamenti operati dalla regia; nell’architettura, gli edifici si smaterializzano confondendosi con il cielo; e nel design, gli oggetti cambiano connotati per non essere riconosciuti o giocano a darsi l’aspetto di altri oggetti. Il camouflage, dunque, come paradigma della contemporaneità: virtuale, ambigua, mutevole.