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La Galleria de’ Foscherari nasce nei primi anni Sessanta, con un programma culturale al quale è rimasta fedele, svolto in due direzioni strettamente connesse: l’attenzione alla tradizione criticamente consolidata e l’interesse per la ricerca e la sperimentazione. Nel 1968 con la mostra dedicata all’ Arte Povera (Anselmo, Boetti, Ceroli, Fabro, Kounellis, Merz, Paolini, Pascali, Piacentino, Pistoletto, Prini, Zorio), curata da Germano Celant, si inizia precocemente a percorrere quel crinale lungo il quale la neoavanguardia riflette su se stessa fino ad estenuarsi nel corso degli anni settanta.Proprio questa mostra, a cui partecipano i maggiori rappresentanti della tendenza, induce la galleria a spingere più a fondo il dibattito teorico sull’arte coinvolgendo i più prestigiosi e combattivi critici e storici dell’arte italiani. Il risultato sarà uno dei più apprezzati quaderni della collana editoriale che la Galleria aveva inaugurato, assieme alle monografie dei maestri: “La povertà dell’arte” raccoglie infatti tutti gli interventi di quell’appassionante dibattito ed offre ancora oggi spunti di straordinario interesse. Maffei, 2007, p.205 Lippard, 1973, p.58