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Magiciens de la Terre è un’esposizione d’arte contemporanea organizzata al Centro Georges Pompidou di Parigi nel 1989 (18/05-14/08/1989) e curata da Jean-Hubert Martin. Per il suo approccio particolarmente innovativo, Magiciens de la Terre è una delle esposizioni più citate a livello internazionale ed è un punto di riferimento per la storia dell’arte contemporanea africana.
L’esposizione è curata da Jean-Hubert Martin che per realizzare le ricerche crea un comitato composto da Jacques Soulillou, André Magnin e Aline Luque. Il comitato di concezione è composto da Jean-Louis Maubant, Mark Francis, Jan Debbaut. La mostra espone oltre 100 artisti, accosta opere provenienti da cinque continenti e mescola artisti già famosi a “scoperte”. Come dichiara Jean-Hubet Marin nel catalogo della mostra[1], l’esposizione rappresenta un’indagine sul mondo d’oggi e la decisione di includere artisti internazionali è strettamente collegata al desiderio di evitare che i cosiddetti artisti non occidentali siano inseriti in un ghetto. L’esposizione quindi, nelle intenzioni del suo curatore, vuole evitare categorie etnografiche ereditate dalle esposizioni coloniali e vuole mostrare l’esistenza nel presente di artisti proveniente da ogni parte del mondo.
Per la selezione degli artisti africani, Jean-Hubert Martin incarica il curatore André Magnin di viaggiare per l’Africa scegliendo le opere capaci di documentare nel modo più pertinente l’idea di “maghi della terra”. I criteri di selezione adottati da André Magnin diventeranno i criteri di selezione della Collezione Pigozzi, di cui André Magnin sarà successivamente il curatore.