Raccolta di versi in quartine libere, La Signorina Richmond di Nanni Balestrini mescola materiali provenienti dalle fonti più disparate: manuali di cucina, danza ed ornitologia, i discorsi di Luciano Lama e gli slogan del movimento del ’77, citazioni di Bertolt Brecht e Mao con un metodo compositivo che, combinando ironia e aleatorio, fa a pezzi l’ordine. La signorina Richmond, donna-uccello e musa continuamente evocata dal testo è sempre altrove e, come l’utopia, è insopprimibile; anche se viene cucinata in tanti modi nella ballata III: “Istruzioni per l’uso pratico della signorina Richmond”, torna a volare e a dissentire. Forse, come suggeriva Alfredo Giuliani, è la poesia in persona.
Vogliamo tutto è innanzitutto un documento politico; il suo merito principale è anzi proprio questo: non essere uno sfogo esistenziale, un’analisi sociologica, un approccio individualista a un’esperienza estranea, ma la cronaca di una lotta scritta da un militante di una organizzazione politica
Manzoni partecipa alla pubblicazione del terzo numero de “Il Gesto”, la rivista del Movimento Nucleare fondata nel giugno del 1955 da Enrico Baj e da Sergio Dangelo. E’ l’ultima adesione ufficiale di Manzoni al Movimento Nucleare. Copertina di Lucio Fontana, tavv. doppia centrale stampata su velina gialla di A. Pomodoro
Lo sguardo del poeta. Fotografie di Bruna Ginammi. Prefazione di Allen Mandelbaum e versione di Jean Dolman. Le fotografie in bianco e nero (primi piani dei visi di poeti italiani) sono scattate con pellicola Polaroid tipo 55. Le foto sono accompagnate alla pagina a fronte da facsimili di dedica, poesia o manoscritto dei poeti: Nanni Balestrini, Franco Beltrametti, Giovanna Bemporad, Attilio Bertolucci, Piero Bigongiari, Bruno Brancher, Edoardo Cacciatore, Franco Cavallo, Corrado Costa, Luciano Erba, Biancamaria Frabotta, Giovanni Giudici, Milli Graffi, Jolanda Insana, Gavino Ledda, Francesco Leonetti, Mario Luzi, Valerio Magrelli, Daria Menicanti, Alda Merini, Roberto Mussapi, Giulia Nicolai, Elio Pagliarani, Albino Pierro, Giovanni Raboni, Roberto Rebora, Amelia Rosselli, Edoardo Sanguineti, Toti Scialoja, Maria Luisa Spaziani, David Maria Turoldo, Andrea Zanzotto.enbsp; Volume a cura di Vanni Scheiwiller e stampato a Milano nell’Officina d’Arte Grafica Lucini il 15 dicembre 1991
In un periodo di crisi della nuova sinistra, il progetto L’Arma Propria si proponeva una rimessa in discussione della comunicazione antagonista, contro e fuori dal potere, “o meglio, al di là”. I temi della rivista, nata nel difficile periodo a ridosso dell’operazione giudiziaria del 7 Aprile 1979, che portò a numerosi arresti nell’area dell’autonomia, spaziavano dai saggi di Roberto Di Marco e Francesco Leonetti sul lavoro intellettuale alla letteratura, con le poesie di Roberto Roversi e Nanni Balestrini; L’Arma Propria cessò le pubblicazioni dopo questo n. 0. Sommario: – In mente (editoriale) – A verbale (Gianni Scalia, Roberto Di Marco) – Carte aggiunte: Aforismi vecchi del ’77-’78 (Francesco Leonetti) – Vocabolario (Marco Belpoliti, Rocco Cerrato, Dmenico Pazzini, Paolo Valesio) – Invenzione espressione (Ingebor Bachmann, Franco De Faveri, Robert Lowell, Bianca Tarozzi, Roberto Roversi, Ferruccio Brugnaro, Nanni Balestrini, Luciano Caniato, Gregorio Scalise, Corrado Costa, Gaetano Testa) – L’Altra storia (Rosella Mangaroni, Paola Alberti, Joe Bousquet, Charles Debierre, Beppe Sebaste, Evgenji Zamjatin, Luigi Magarotto) – Notizie (Charles Bukowski, Sandro Chili, Lea Ritter Santini) – Le parti del discorso (Cesare Padovani, Franco Berardi, Roberto Bugliani, Ugo Dessy, Filippo Di Forti) – Giornale (Giuliano Buselli, Roberto Masiero, Renzo Paris, Marco Gabrieli, Antonio Porta, Roberto Bergamini) – Ultimissime (Eugene Mnkowski, Stefano Mistura) “A cura di Marco Belpoliti, Giorgio Bertani, Roberto Di Marco, Marco Gabrieli, Gianni Scalia, Ivano Spano (dir. resp.) Marchio della rivista e idea di copertina di Maurizio Osti Disegni di Sergio Zuanetti Foto di Raffaello Bassotto Redazione editoriale e amministrazione c/o Bertani Editore, via Garibaldi 18 Verona. Numero 0 in attesa di registrazione”.
Nello straordinario spazio della Certosa di Padula, la più grande d’Europa, luogo sublime, ricco di storia, cultura e spiritualità, ha trovato vita “Le Opere e i Giorni”, manifestazione culturale ideata da Achille Bonito Oliva e dalla Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Salerno, finanziata con fondi europei dalla Regione Campania. La straordinaria manifestazione ha rianimato la bellezza delle antiche celle certosine, dei giardini e dei meravigliosi camminamenti, mostrando la genesi e lo sviluppo dell’opera d’arte nel tempo: dal momento creativo alla realizzazione, dall’allestimento all’esposizione. Il percorso artistico si è svolto nel triennio 2002-2004 su tre temi, uno per ciascun anno: il Verbo, lavori sui linguaggi dell’arte; il Precetto, inteso come osservazione della consuetudine monastica, come regola per il processo creativo dell’artista; la Vanitas, come caducità della bellezza, punto cardine della regola certosina, ma essenza stessa dell’arte contemporanea e sfida al tempo nel rapporto tra creatività, morte e vita. Le mostre hanno visto la partecipazione di Mario Airò, Ghada Amer, Arresa dei conti, Maja Bajevic, Nanni Balestrini, Per Barclay, Massimo Bartolini, Betty Bee, Elisabetta Benassi, Carlo Benvenuto, Monica Biancardi, Bianco e Valente, Gregorio Botta, Antonio Caggiano, Maurizio Cannavacciuolo, Pietro Capogrosso, Gianni Caravaggio, Letizia Cariello, Patrizia Cavalli, Loris Cecchini, Sandro Chia, Paolo Chiasera, Enzo Cucchi, Alvin Curran, Ousmane Ndiaye Dago, Nicola De Maria, Mario Dellavedova, Alessandro Diaz de Santillana, Baldo Diodato, Ilaria Drago, Rocco Dubini, Isabella Ducrot, Maurizio Elettrico, Jan Fabre, Federico Fusi, Alberto Garutti, Gianandrea Gazzola, Pia Gazzola, Kendell Geers, Isabella Gherardi, Robert Gligorov, Piero Golia, Anish Kapoor, Thorsten Kirchoff, Mark Kostabi, Dino Innocente, Emilio Isgrò, Benedetta Jacovoni, Mimmo Jodice, Myriam La Plante, Sol LeWitt, H.H. Lim, Rosaria Lo Russo, Renato Mambor, Amedeo Martegani, Fabio Mauri, Dörte Meyer, MK, Gian Marco Montesano con Giulia Basel, Liliana Moro, Paul Morrisey e Veruschka, Hidetoschi Nagasawa, Raffaella Nappo, Moataz Nasr, Luigi Ontani, Tommaso Ottonieri, Nam June Paik, Mimmo Paladino e Toni Servillo, Luca Pancrazzi, Luca Maria Patella, Perino & Vele, Alfredo Pirri, Vettor e Mimma Pisani, Michelangelo Pistoletto, Maria Pizzi, Antonio Rezza con Flavia Mastrella, Lucia Ronchetti, Marialba Russo, Virginia Ryan, Saint Clair Cemin, Renato Salvadori, Franco Scaldati, Franco Scognamiglio, Lorenzo Scotto di Luzio, Elisa Sighicelli, Roberta Silva, Grazia Toderi, Adrian Tranquilli, Marianna Troise, Franco Vaccari, Wainer Vaccari, Franz West con Tamura Sirbiladze, Sisley Xhafa, Alessandra Vanzi, Lello Voce, Giuseppe Zevola, Zerynthia, Gilberto Zorio, Natalino Zullo.
Una poesia di Nanni Balestrini. 37 fotografie in bianco e nero (ritratti di Beuys, Boetti, Castellani, Chia, Colombo, Fabro, Kosuth, Kounellis, Mauri, Pascali, Pisani, Prini, et al.) 4to pp. 84 broch Il libro raccoglie i ritratti in bianco e nero di art
Il n. 24/25 dell’Erba Voglio ospita un articolo di Caterina Guerra sull’introduzione delle schede di valutazione nelle scuole medie, un intervento di Radio Alice che ripercorre la storia dell’emittente, versi di Nanni Balestrini, Bifo sulla fine della cumune di Terrasini, lettere di operai dell’Andaldo consegnate a Vincenzo Guerrazzi e lette al convegno “Scrittura/Letteratura” (Orvieto Aprile 1976), una recensione del film “Anna” di Alberto Grifi. Infine, 4 pagine di inserto centrale (pubblicità editoriali, sommario dei numeri precedenti, abbonamento, etc.). Sommario del n. 24/25 – L’uomo scimmia e la crisi (da “Appunti”, 2, Ediz. Il Formichiere) – Le griglie della sinistra (Caterina Guerra) – Radio Alice è nell’aria (Collettivo A/traverso) – Delle teste (Nanni Balestrini) – Due interventi sulle comuni (Giampaolo Nogara, Franco Berardi “Bifo”) – Lettere di operai a un compagno che va a un congresso (Ansaldo, Genova) – Strappate il quotidiano! (L. Sacchi, E. Rasy, N. Spinosi, M. Bertini) “Il collage in prima pagina è di Caterina Guerra; le vignette di Tarzan sono tratte da “Tarzan Extra”, n. 9; i disegni li ha fatti Corrado Costa al convegno “Scrittura / LEttura” di Orvieto (1-4 aprile ’76)”.
Periodo di grandissimo fermento culturale, gli anni Sessanta rappresentano uno snodo cruciale per l’arte contemporanea italiana, orientata verso sperimentazioni dalla forte carica innovativa e radicali mutamenti estetici, in sintonia con il clima di generale trasformazione sociale e politica all’origine del Sessantotto. È in questo contesto di rinnovamento che si colloca la svolta decisiva nel rapporto tra arte e fotografia oggetto del libro: il medium fotografico si rivela il principale fattore di discontinuità e di rottura rispetto al decennio precedente, entrando in modo sistematico nella ricerca delle neoavanguardie. Una ricostruzione analitica, dunque, dell’uso della fotografia nell’ambito della sperimentazione italiana degli anni Sessanta che coinvolge gran parte dei protagonisti del panorama artistico dell’epoca, da Mario Schifano a Michelangelo Pistoletto, Tano Festa, Giulio Paolini, Alighiero Boetti, Gino De Dominicis, Giovanni Anselmo, Luigi Ontani, Giuseppe Penone, Renato Mambor, Luca Patella, Lamberto Pignoni, Sergio Lombardo, Giosetta Fioroni, Fabio Mauri, Claudio Parmiggiani, Franco Angeli, Laura Grisi, Mimmo Rotella, Umberto Bignardi, Gino Marotta, Gianni Berlini, Gianfranco Baruchello, Emilio Isgrò, Nanni Balestrini, Eugenio Carmi, Eliseo Mattiacci, Michele Zaza, Franco Vaccari, Maurizio Nannucci, Mario Cresci, Emilio Prini, Claudio Cintoli e numerosi altri.
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