«Una ricognizione effettuata attorno ad alcune delle maggiori ricerche del secolo scorso in discipline diverse (filosofiche, scientifiche, storiche), in modo tale da delineare una molteplicità di risposte e significati e una pluralità di pronunce del termine tempo, assai utili per leggere in una diversa ottica molte delle manifestazioni dell’arte contemporanea. In particolare, le figure e le forme del tempo che risultano da queste letture sembrano essere proprietà intrinseche agli “oggetti artistici”, una sorta di “teoria” dei tempi-orologi interni che si manifestano secondo grammatiche e sintassi differenti…».D

«Una ricognizione effettuata attorno ad alcune delle maggiori ricerche del secolo scorso in discipline diverse (filosofiche, scientifiche, storiche), in modo tale da delineare una molteplicità di risposte e significati e una pluralità di pronunce del termine tempo, assai utili per leggere in una diversa ottica molte delle manifestazioni dell’arte contemporanea. In particolare, le figure e le forme del tempo che risultano da queste letture sembrano essere proprietà intrinseche agli “oggetti artistici”, una sorta di “teoria” dei tempi-orologi interni che si manifestano secondo grammatiche e sintassi differenti…».

Reggio Emilia, Teatro Valli, dal 3 dicembre 1988. Modena, Galleria Rossanaferri, dal 5 dicembre 1988.Testi di Mario Bertoni, Rudi Fuchs e Gilberto Zorio.Torino, 1988; br., pp. 180, 108 ill. b/n col., 2 tavv. col. f.t., cm 21×28.(Cataloghi, libri d’artista). La presente monografia è stata pubblicata in occasione delle esposizioni personali di Gilberto Zorio realizzate nel 1988/89 a Modena e a Reggio Emilia. Contiene un saggio-intervista di Germano Celant e testi di Rudi Fuchs e Mario Bertoni. Gilberto Zorio è nato ad Andorno Micca, Vercelli, nel 1944. Vive a Torino. La sua ricerca artistica si svolge nell’ambito della scultura sperimentale, spesso associando materiali noti fin dall’antichità con nuovi ritrovati della scienza moderna. Per i suoi lavori si avvale anche della tecnica fotografica e dell’illuminazione fosforescente.

Questa monografia ripercorre l’intera vicenda artistica di Paolo Icaro, dalle prime opere degli anni Sessanta fino ai lavori più recenti. Il saggio critico di Mario Bertoni è integrato da un ampio apparato iconografico, da una raccolta di scritti e interviste di Icaro, da un’antologia critica e da una ricca bio-bibliografia. `La scultura è stata da Icaro intesa nella sua accezione più classica di spazio e volume, ma coniugata nei modi e con gli strumenti più aggiornati e trasgressivi (energia, tensione, virtualità, vettore, espansione, campo, luogo, ambiente).`

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