Artista eclettico, sempre straordinariamente teso a sperimentare originali forme espressive e nuovi materiali, Aldo Mondino è ormai riconosciuto come uno di più grandi artisti italiani del dopoguerra. La sua opera ha spaziato dal collage alla pittura, dall’installazione alla scultura. In particolare quest’attività è sempre stata presente nel suo lavoro: l’artista torinese ha, infatti, cercato delle soluzioni plastiche anche nelle esecuzioni legate a temi pittorici.
“La Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, nell’ambito dei propri scopi statutari, ha scelto di giocare un ruolo attivo nella conservazione e nella promozione del patrimonio artistico del territorio, attraverso una speciale attenzione a iniziative culturali di alto profilo. Parte integrante della proposta culturale che si intende realizzare è quella di allestire mostre d’arte contemporanea di notevole interesse storico e di grande accuratezza curatoriale. In occasione degli anniversari della nascita dell’Arte Povera e della Transavanguardia, caratterizzati da una fortuna critica e commerciale senza eguali nella storia dell’arte contemporanea italiana, si è voluto dar spazio a una mostra che raccoglie disegni e fotografie frutto di un periodo in cui ricerca e sperimentazione connotano un Paese in profondo mutamento sociologico e strutturale.” (Alfio Bassotti, presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi) Artisti: Vincenzo Agnetti, Adriano Altamira, Enrico Baj, Alighiero Boetti, Sandro Chia, Francesco Clemente, Mario Cresci, Gino De Dominicis, Nicola De Maria, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Ugo La Pietra, Elio Mariani, Aldo Mondino, Luigi Ontani, Mimmo Paladino, Pino Pascali, Luca Maria Patella, Michele Perfetti, Gianni Pettena, Lamberto Pignotti, Michelangelo Pistoletto, Concetto Pozzati, Emilio Prini, Giovanni Rubino, Sandra Sandri, Mario Schifano, Gianni Emilio Simonetti, Franco Vaccari, Luigi Viola, Michele Zaza.
Cinque artisti presentati da Achille Bonito Oliva (Agostino Bonalumi. Le circostanze spaziali), Maurizio Fagiolo (Marcolino Gandini costruisce la geometria), Germano Celant (Aldo Mondino. Ricordi d’infanzia), Renato Barilli (Per Gianni Ruffi), Alberto Boatto (Punti per Gilberto Zorio). Con ill. in nero in tavole f.t. Dichiarazioni degli artisti
Il racconto dell’amicizia tra Alighiero Boetti e Salvo e del loro “braccio di ferro” artistico. Fotografie, frasi, ricami, dipinti e disegni, ma anche viaggi e altre avventure nutrirono il loro rapporto tra il 1968 e il 1972, anno in cui Boetti si trasferì a Roma. Con oltre 150 immagini a colori, fotografie, saggi critici e testimonianze di amici e compagni di strada, il volume documenta quella breve ma intensissima stagione, fino ai diversi sviluppi degli anni successivi. Una sezione del catalogo presenta inoltre la Torino dell’Arte povera. Opere scelte di Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Piero Gilardi, Mario Merz, Marisa Merz, Aldo Mondino, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Gianni Piacentino, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini, Salvo e Gilberto Zorio testimoniano gli esiti più significativi di quel momento, nonché il vivace clima intellettuale in cui Boetti e Salvo si trovarono a operare e che contribuirono a costruire. Introduzione di Marco Franciolli.
“Giorgio Griffa is one of the least-known Turin-born artists of the Arte Povera generation. Another precious ‘secret’ that the city of Turin, discreet and haughty as ever, has managed to keep under wraps—in this case for almost half a century. From the immediate post-war period, a singular group of young artists in the city helped write the history of European art in the second half of the twentieth-century. Together with now universally acclaimed figures, such as Alighiero Boetti, Giuseppe Penone, Giulio Paolini, Giovanni Anselmo, Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio, and Mario and Marisa Merz, there were also other leading artists in Turin, who have only recently begun to receive the international attention they deserve. Here I am thinking of the likes of Piero Gilardi, Gianni Piacentino, Carol Rama, Salvo, and Aldo Mondino, but also of the eccentric and eclectic Carlo Mollino. Griffa was one of the most discreet and isolated in this group of young people who revolved around Sperone’s gallery. He immediately showed an exclusive interest in painting, while his companions mainly moved out towards sculpture and installation from the mid-sixties.”—Andrea Bellini Published on occasion of the cycle of exhibitions dedicated to the work of Giorgio Griffa (Turin, 1936) (Centre d’Art Contemporain, Geneva; Museu de Arte Contemporanea de Serralves, Porto; Bergen Kunsthall; and Fondazione Giuliani, Rome) this monograph aims—through a series of essays by Andrea Bellini, Luca Cerizza, Laura Cherubini, Martin Clark, Suzanne Cotter, and Chris Dercon, a conversation between Griffa and Hans Ulrich Obrist, and a selection of artist’s writings and a chronology compiled by Marianna Vecellio—to highlight the very diverse features and extraordinary richness of Griffa’s paintings.
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